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Storie, aforismi e riflessioni di Don Beppino Cò, il "globe-trotter" di Dio.
Don Beppino ha ricevuto l'Effusione dello Spirito Santo e da allora è diventato instancabile nel diffondere e proclamare la Parola di Dio. In tutta Italia organizza ritiri spirituali e sessioni di formazione, nonché giornate di evangelizzazione. Il suo carisma emerge in modo particolare nelle celebrazioni e nelle benedizioni.
Così scrive: "Dopo circa 30 anni di vita missionaria in ambiente francese (al Laos in Indocina e in Senegal), sulla mia tavola c'è sempre la senape francese, l'ottima "moutarde de Dijon".
Questi aforismi o storie di vita vissuta, sono come la senape che dà gusto al cibo. Tu che mi leggi, ascoltami: spalma questa senape sui tuoi avvenimenti gioiosi o tristi. Dai un po' di gusto ai tuoi giorni!".
CHI SONO
Sono nato nel 1946, esattamente il 23 luglio, se a qualcuno piace farmi gli auguri, a Capriano D. C., un paese della bassa bresciana. [...]
Dopo essere stato ordinato sacerdote il 3 aprile 1971, parto in missione, prima in Thailandia per studiare la lingua e poi al nord Laos, in un villaggio appollaiato sulle montagne con tre etnie diverse. Oltre a fare il bravo prete, devo industriarmi a fare un po' di tutto: falegname, allevatore di bufali, maestro di scuola, medico. Un po' pazzo quando sfreccio con la mia moto Yamaha nera sulle piste di sabbia rossa del Laos, controllato dai guerriglieri Patheot Lao.
Espulso dal Laos con tutti gli altri missionari nel 1975, riparto nuovamente in missione in Senegal, dove lavoro per 23 anni in vari villaggi della savana.
Ricevo l'Effusione dello Spirito Santo nel 1985 e la mia vita è rinnovata. Organizzo vari ritiri spirituali, sessioni di formazione e celebrazioni varie nell'ambito del Rinnovamento Carismatico Cattolico.
Nel 1996, padre Emiliano Tardif, mio grande maestro e amico, viene nella mia missione a proclamare la parola di Dio, a pregare con autorità unita alla fede e ci sono concessi segni straordinari sotto l'unzione dello Spirito Santo.
L'ultimo anno lavoro a Dakar, dove il gruppo di preghiera in qualche mese supera il migliaio di aderenti. Dio ha gratificato quel gruppo con fiumi di lode e numerose grazie.
Dal 2000 al 2012, incardinato nella diocesi di Massa Carrara - Pontremoli, sono stato parroco sulle montagne di Zeri, in Alta Lunigiana. Lì ho inventato e provato di tutto per far conoscere Gesù e annunciare il suo Regno: celebrazioni varie, notti di adorazione, marce contro la bestemmia, radio parrocchiale, Via Crucis vivente, benedizione commovente e partecipata di tutte le abitazioni anche quelle più isolate in quelle splendide valli, con il Santissimo Sacramento portato ovunque solennemente in processione... e non poche provocazioni.
Continuo a fare il "globe-trotter" di Dio, accettando di predicare vari ritiri spirituali, celebrazioni ed evangelizzazione un po' ovunque. Continuo a correre per Dio. Forse sto corredo un po' troppo!
Stiamo iniziando una Comunità in una casa tra i boschi di Sarzana (Spezia), chiamata "ROVETO ARDENTE", che ha scelto come stile di vita: preghiera, accoglienza delle persone e lavoro.
Chiedo una preghiera a te che mi stai leggendo. Ti benedico!
DAL TESTO:
PERCHÉ L’ALBERO DI NATALE?
Molti pensano che l’albero di Natale faccia parte di una tradizione pagana. Non è così.
L’albero di Natale si collega ad un’antica tradizione religiosa: si tratta della rappresentazione medievale della storia del peccato originale che veniva proposta prima della celebrazione di mezzanotte davanti al portale delle chiese.
Venivano rappresentati i vari personaggi biblici: Adamo, Eva, il serpente tentatore, l’angelo che chiudeva l’entrata nel paradiso terrestre…
In questa scena occupava un posto particolare l’albero che, attirando lo sguardo dei nostri progenitori, li aveva fatti cadere nel peccato.
Nel libro della Genesi non si parla di una mela, ma di un frutto. Nell’immaginario comune però è entrata la mela. Il 25 dicembre era impossibile trovare un albero di mele con i frutti maturi. Allora si pensò ad un albero diverso e fu scelto un abete sul quale si appendevano delle mele. A partire da quel momento, la rappresentazione medievale diede all’albero di Natale un significato cristiano.
RIFLETTI
La storia dell’abete diventato l’albero di Natale ci ricorda un altro albero molto importante. È l’albero dal quale è stato tratto il legno per la croce di Gesù.
La soluzione a tante nostre paure viene da quell’albero, grazie al quale siamo salvati, liberati e perdonati. Da quell’albero viene la speranza che ci aiuta a non mollare mai. Con la speranza molte cose possono cambiare nella nostra vita. La speranza ci può aiutare a cambiare il rapporto che abbiamo con il tempo: non restando fissati sul passato per quanto pesante e doloroso; non più angosciati per l’attimo fuggente, ma con i nostri occhi fissi nell’eternità.
L’albero della croce è quella porta stretta di cui Gesù ci ha parlato per entrare nell’eternità.
Presentazione
Chi sono
Amare e lasciarsi amare
"Vai da Dio come sei"
Chiesa santa e peccatrice
Per una civiltà d'amore
Come diventare Santo
Come Maddalena ai piedi di Gesù
Conversione significa accettarne il prezzo
Cosa devo dare a Dio?
Cosa manca ai nostri politici?
Cosa significa essere umili
Cosa vale nella vita?
E' una storiella che potrebbe capitare
"Ho fatto catechismo ma non ho incontrato nessuno"
Il piccolo colibrì
Il segno più bistrattato
Il segreto
Il suono del silenzio
Il troppo stroppia!
Imparare a soffrire
L'amicizia chiede amore
La fede non è un palloncino gonfiabile
Il desiderio dà un tocco di bellezza alla vita
La vera forza
Qualora tu avessi smarrito Gesù
Le sorprese dello Spirito Santo
Lettera a Papa Francesco
"Per le sue piaghe siamo stati guariti"
Prima del pane è importante scoprire il senso della vita
Rassegnati, ci abituiamo a tutto
Se tornassi a vivere
Stringi la sua mano!
Telefonini, internet, ma non c'è comunicazione!
"Un uomo solo è sempre in cattiva compagnia"
Anima bella fa bello anche il volto
Ci si abitua a tutto. Anche alla preghiera
Galateo e carità non guastano
Il Santo e la vecchietta
Il tiro al piccione
Perché l'albero di Natale?
Su ali d'aquila
Trasformare i nemici in amici
Vivi per il tuo tesoro
Note
di Paolo Curtaz
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